I dazi di Trump a Canada, Messico e Cina/Trump's Tariffs on Canada, Mexico, and China
A pochi giorni dall'insediamento il Presidente americano Donald Trump, sfruttando l'International Emergency Economic Powers Act (IEEPA), ha imposto dazi del 25% sulle importazioni da Messico e Canada e del 10% su quelle dalla Cina, citando un'emergenza nazionale legata all'immigrazione illegale e alla diffusione del fentanyl, l'oppioide sintetico che sta facendo decine di migliaia di morti negli Stati Uniti.
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Trump ha accusato i due stati confinanti di non fare abbastanza per contrastare il traffico di droga e di clandestini e la Cina di fornire precursori chimici ai cartelli messicani. A detta del presidente americano, inoltre, questi paesi traggono più vantaggi dal commercio con gli USA rispetto al contrario.
Nel 2023, gli USA avevano un deficit commerciale complessivo di 450 miliardi di dollari con questi tre paesi. La Casa Bianca ha sottolineato che il mercato americano è un "privilegio" e che la dipendenza economica di Messico, Canada e Cina dagli scambi con gli USA è molto più alta rispetto alla loro importanza per l'economia americana. Il Messico esporta il 24% del proprio PIL negli USA, il Canada il 18%, mentre per gli USA l'export verso questi due paesi vale solo l'1% del PIL.
Trump ha aggiunto che gli USA sovvenzionano il Canada e che senza questo sostegno economico il paese non esisterebbe. Ha persino suggerito provocatoriamente di risolvere il problema facendo del Canada il 51° stato americano.
La reazione è stata immediata: Canada e Messico hanno annunciato dazi di ritorsione. Tuttavia, dopo alcuni negoziati con il governo messicano e canadese, la Casa Bianca ha sospeso per 30 giorni i dazi in cambio di alcune concessioni e garanzie. In particolare, la presidente del Messico Claudia Sheinbaum ha annunciato l'invio di 10 mila militari al confine con gli Stati Uniti per combattere il narcotraffico e il premier canadese Trudeau ha promesso maggiore impegno nella lotta contro il fentanyl, la nomina di un "fentanyl zar", responsabile della guerra a questa droga letale, l'impiego di uomini e mezzi al confine con gli Usa e la designazione dei cartelli messicani come organizzazioni terroristiche.
Per il momento la nuova big stick policy di Trump sembra funzionare: ha costretto i paesi vicini a sedersi da subito al tavolo dei negoziati e li ha spinti a rafforzare la presenza militare al confine, spaventandoli con la minaccia di dazi che colpirebbero pesantemente le loro imprese.
Trump's Tariffs on Canada, Mexico, and China
Just days after taking office, U.S. President Donald Trump, leveraging the International Emergency Economic Powers Act (IEEPA), imposed a 25% tariff on imports from Mexico and Canada and a 10% tariff on those from China, citing a national emergency related to illegal immigration and the spread of fentanyl, the synthetic opioid responsible for tens of thousands of deaths in the United States.
Trump accused the two neighboring countries of not doing enough to combat drug and human trafficking and blamed China for supplying chemical precursors to Mexican cartels. According to the U.S. president, these countries benefit more from trade with the U.S. than the other way around.
In 2023, the U.S. had a total trade deficit of $450 billion with these three countries. The White House emphasized that access to the American market is a "privilege" and that Mexico, Canada, and China are far more economically dependent on trade with the U.S. than the U.S. is on them. Mexico exports 24% of its GDP to the U.S., and Canada 18%, while U.S. exports to these two countries account for only 1% of its GDP.
Trump further claimed that the U.S. subsidizes Canada and that without this economic support, the country would not exist. He even provocatively suggested solving the issue by making Canada the 51st U.S. state.
The response was immediate: Canada and Mexico announced retaliatory tariffs. However, after negotiations with the Mexican and Canadian governments, the White House suspended the tariffs for 30 days in exchange for certain concessions and guarantees. Specifically, Mexican President Claudia Sheinbaum announced the deployment of 10,000 troops to the U.S. border to fight drug trafficking, while Canadian Prime Minister Trudeau pledged a greater commitment to combating fentanyl. This includes appointing a "Fentanyl Czar" to lead the fight against the deadly drug, deploying personnel and resources along the U.S. border, and designating Mexican cartels as terrorist organizations.
For now, Trump's new Big Stick Policy seems to be working: it has forced neighboring countries to sit at the negotiating table immediately and pushed them to strengthen their military presence at the border, intimidating them with the threat of tariffs that could severely impact their businesses.
Enrico Ellero