La guerra in Ucraina e il destino dell’Europa/The war in Ukraine and the destiny of Europe

24.07.2024

di Enrico Ellero

Intervista ad Andrea Gilli, Docente di Studi Strategici all'Università di St. Andrews, e precedentemente ad Harvard e Stanford, consulente del Pentagono e del Comitato Militare dell'UE e ricercatore al NATO Defense College.

Dott. Gilli, sono passati ormai quasi due anni e mezzo dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina. Come si presenta ad oggi la situazione sul campo?

Ad oggi siamo di fronte ad una guerra di attrito che si muove lentamente, a tratti più a favore della Russia e a tratti più a favore dell'Ucraina. Nessuna delle due forze in campo è in grado di sfondare il fronte e imporre un sconfitta devastante all'avversario. Allo stesso tempo, nessuno dei due è intenzionato a cedere e spera che sia l'avversario, prima o poi, a perdere le speranze. La Russia fa affidamento sulla superiorità numerica e sull'indifferenza verso le vite umane, sia le proprie che quelle del nemico. L'Ucraina conta su maggiore qualità e motivazione, che si scontrano però con quantità insufficiente.

La controffensiva ucraina della primavera del 2023 non ha dato i risultati sperati. Come si spiega questo fallimento? È realistico pensare ad una nuova controffensiva che costringa le forze russe a cedere parte dei territori conquistati?

Le ragioni sono molteplici. In primo luogo, le forze russe si erano preparate, sviluppando linee difensive estese e profonde che erano difficili da oltrepassare. L'attuale tecnologia militare, inoltre, tende a favorire maggiormente la difesa rispetto all'attacco, tant'è che sia l'Ucraina che la Russia hanno generalmente ottenuto risultati difensivi migliori di quelli offensivi. Ciò si collega ad un terzo punto, ovvero la qualità umana e organizzativa: i militari russi e ucraini hanno un addestramento inferiore a quello occidentale e capacità organizzative più ridotte, in parte anche come eredità della comune esperienza sovietica.

Per quanto riguarda la nuova controffensiva, lo spero, ma sono scettico. Più probabile che, grazie a continui attacchi a medio-lungo raggio, le forze russe sul fronte non ottengano i rifornimenti necessari e quindi progressivamente, siano costrette a retrocedere. Mi immagino quindi qualcosa di più simile ad una progressiva ritirata che non una nuova controffensiva.

Quanto è ampio il gap militare, in termini di mezzi, armi, uomini e risorse, fra Russia e Ucraina? Di quanto è stato ridotto grazie all'aiuto degli alleati occidentali dell'Ucraina?

Bisogna capire cosa intendiamo per gap militare e quindi in cosa consista il potere militare di un Paese. Gli studiosi convengono sul fatto che il potere militare di un Paese sia costituito da più elementi: i mezzi militari, gli uomini, la quantità e qualità di addestramento, le scorte, dottrine e strategie militari, la motivazione, il supporto logistico.

In ognuno di questi ambiti, si può fare una comparazione. Ovviamente, nessuno ha delle misure precise e chi le ha, come i servizi di intelligence, non le diffonde in quanto queste informazioni possono avere un prezioso valore militare. Detto ciò, l'Ucraina sicuramente può contare su mezzi occidentali più avanzati, ma questi mezzi sono principalmente di terra e in quantità relativamente ridotte. L'Ucraina ha anche forze armate mediamente meglio addestrate e, almeno in parte, più motivate. La Russia come dicevo prima ha invece un vantaggio sulla quantità.

Qui arriviamo al gap militare. In un conflitto di breve durata, l'Ucraina ha più possibilità di fare meglio. In un conflitto di lunga durata, la Russia è invece avvantaggiata.

Invio di truppe occidentali in Ucraina: scenario plausibile o mera retorica?

Bisogna chiarire differenti aspetti e piani. Quando il presidente francese Macron parla di mandare truppe occidentali in Ucraina sta, in primo luogo, parlando di addestratori e, in secondo luogo, sta mandando un segnale alla Russia: "Se voi pensate di poter vincere, voglio che sia chiaro che noi interverremo per impedirvelo." Da un punto di vista strategico è un'ottima mossa, perché non è un impegno chiaro, ma comunque complica i calcoli avversari, come dimostrato anche dalla reazione russa alla notizia.

Verranno mandate truppe occidentali quindi? Non è detto, ma non si può escludere. Io ritengo che se la situazione sul fronte dovesse peggiorare, alcuni paesi europei potrebbero mandare un contingente, o per l'addestramento o per aiutare ad operare alcuni sistemi complessi, quali le difese anti-aeree, o ancora per la manutenzione di mezzi.

Francia, Germania, UK e Polonia sono favorevoli all'utilizzo di armi occidentali da parte dell'Ucraina per colpire obiettivi all'interno del territorio russo. Gli Stati Uniti invece sembrano più cauti. Che conseguenze potrebbe avere un allargamento del perimetro del conflitto?

Il perimetro del conflitto in realtà si è esteso da tempo. Sappiamo che le forze speciali ucraine danno la caccia a forze russe in Africa e Medio Oriente. Il gasdotto russo-tedesco Nord Stream 2 è stato sabotato nelle acque territoriali tra la Danimarca e la Germania. L'Ucraina ha lanciato dei suoi droni sul Cremlino, mentre la Russia sta organizzando, tramite criminali assoldati su internet, dei sabotaggi in molti paesi europei, dalla Gran Bretagna alla Repubblica Ceca, dalla Francia alla Germania. Se usiamo nuovamente come parametro le reazioni russe, viene da pensare che siano molto preoccupati dalla possibilità che l'Ucraina possa attaccare oltre confine con munizioni occidentali. E hanno ragione. Mentre i missili russi non sono né precisi né affidabili, gli Himars, gli Storm Shadow e i Taurus hanno probabilità di successo molto elevate. Nel caso in cui l'Ucraina procedesse in questa direzione, credo che la Russia non farebbe assolutamente nulla, esattamente come successo in passato: quando abbiamo fornito missili anti-carro, difese anti-aeree, carri armati, e più di recente gli F-16.

Che impatto avrebbe una vittoria russa sulla sicurezza dei paesi europei, in particolar modo sui paesi dell'ex Patto di Varsavia? Ritieni che possa esserci un effetto domino?

La Russia non è un Paese particolarmente ricco, avanzato o militarmente forte. La Russia ha però due vantaggi. Una leadership che non si fa scrupoli ad usare la forza. E un'Europa occidentale che, ragionevolmente, preferisce la pace. La Russia non ha, militarmente, alcuna possibilità di conquistare parti significative dell'Europa, fatta eccezione per i baltici ed eventualmente parte della Polonia (con il supporto bielorusso). Ma anche un attacco del genere, limitato nell'estensione geografica, rischia di gettare nel panico l'Europa: l'opinione pubblica sarebbe terrorizzata da una guerra nucleare, e non si può escludere che molti Paesi sarebbero disposti a qualsiasi compromesso pur di arrivare ad una pace che più che pace sarebbe un crollo dell'Unione Europea. Come si potrebbe avere un mercato unico o libertà di circolazione nel momento in cui dei cittadini europei finissero sotto l'orbita russa? A quel punto, immagino, i paesi dell'Europa centrale e orientale, preoccupati di nuove avanzate, chiederebbero una controffensiva occidentale. Se questa non dovesse esserci, l'Europa crollerebbe. Se dovesse esserci, si andrebbe effettivamente molto vicino ad una crisi nucleare. Ecco perché questo scenario è da scongiurare.

Come spiegare all'opinione pubblica l'importanza del sostegno all'Ucraina e dell'aumento del budget per la difesa senza essere accusati di bellicismo?

Partiamo dai dati. Ogni anno lo Stato italiano spende per ogni suo cittadino circa 500 euro per difenderlo dalle minacce militari di oggi e di domani. Se anche la spesa militare italiana dovesse aumentare del 50%, una prospettiva assolutamente irrealistica, lo Stato italiano spenderebbe comunque per ogni suo cittadino qualcosa come 750 euro l'anno, che è grosso modo quanto costa un sistema anti-furto per la casa.

Parliamo di cifre davvero modeste, per non dire ridicole. Quindi la spesa in difesa non sta crescendo sensibilmente: è aumentata di qualche punto decimale nel corso degli ultimi 10 anni e così sarà per gli anni a venire. Nessun politico italiano ha mai vinto le elezioni aumentando la spesa militare e mai le vincerà così.

Per quanto riguarda la difesa dell'Ucraina, mi ricollego a quanto dicevo sopra. L'Italia è politicamente, geograficamente ed economicamente integrata all'Occidente e in particolare all'Europa e al Nord America. L'Unione Europea è emersa, garantendo mezzo secolo di crescita economica, perché prima era stata creata la NATO per difenderla. Senza i mercati europei saremmo poveri. Senza la NATO saremmo ricattabili e dunque anziché pensare ad esportare dovremmo pensare a difenderci. L'Ucraina è finita per diventare, suo malgrado, la bacchetta di Shanghai su cui si reggono questi equilibri. Aiutare l'Ucraina a difendersi, al di là di questioni etiche e morali, va semplicemente nel nostro interesse.

The war in Ukraine and the destiny of Europe

Interview with Andrea Gilli, Professor of Strategic Studies at the University of St. Andrews, and previously at Harvard and Stanford, consultant to the Pentagon and the EU Military Committee and researcher at the NATO Defense College.

Dr. Gilli, almost two and a half years have now passed since the beginning of the Russian invasion of Ukraine. What does the situation on the field look like today?

Today we are faced with a slowly moving war of attrition, at times more in favor of Russia and at times more in favor of Ukraine. Neither of the two forces on the field is capable of breaking through the front and imposing a devastating defeat on the opponent. At the same time, neither of them is willing to give in and hopes that sooner or later it will be the opponent who loses hope. Russia relies on numerical superiority and indifference to human lives, both its own and those of the enemy. Ukraine counts on greater quality and motivation, which however clash with insufficient quantity.

The Ukrainian counteroffensive in the spring of 2023 did not produce the desired results. How can this failure be explained? Is it realistic to think of a new counteroffensive that forces Russian forces to cede part of the conquered territories?

The reasons are multiple. First, Russian forces had prepared, developing extensive and deep defensive lines that were difficult to overcome. Furthermore, current military technology tends to favor defense more than attack, so much so that both Ukraine and Russia have generally achieved better defensive results than offensive ones. This is connected to a third point, namely human and organizational quality: the Russian and Ukrainian militaries have lower training than the Western ones and smaller organizational capabilities, partly also as a legacy of the common Soviet experience.

As for the new counteroffensive, I hope so, but I'm skeptical. More likely is that, thanks to continuous medium-long range attacks, the Russian forces on the front do not obtain the necessary supplies and are therefore gradually forced to retreat. I therefore imagine something more similar to a progressive retreat than a new counteroffensive.

How wide is the military gap, in terms of means, weapons, men and resources, between Russia and Ukraine? How much was it reduced thanks to the help of Ukraine's Western allies?

We need to understand what we mean by military gap and therefore what a country's military power consists of. Scholars agree that the military power of a country is made up of several elements: military means, men, quantity and quality of training, supplies, military doctrines and strategies, motivation, logistical support.

In each of these areas, a comparison can be made. Obviously, no one has precise measurements and those who do, such as the intelligence services, do not disseminate them as this information can have valuable military value. That said, Ukraine certainly can count on more advanced Western assets, but these assets are mainly land-based and in relatively small quantities. Ukraine also has armed forces that are on average better trained and, at least in part, more motivated. Russia, as I said before, has an advantage in terms of quantity.

Here we come to the military gap. In a short-lived conflict, Ukraine has a better chance of doing better. In a long-lasting conflict, Russia has an advantage.

Sending Western troops to Ukraine: plausible scenario or mere rhetoric?

Different aspects and plans need to be clarified. When French President Macron talks about sending Western troops to Ukraine he is, firstly, talking about trainers and, secondly, he is sending a signal to Russia: "If you think you can win, I want it to be clear that we will intervene to prevent it." From a strategic point of view it is an excellent move, because it is not a clear commitment, but it nevertheless complicates the opponents' calculations, as also demonstrated by the Russian reaction to the news.

So will Western troops be sent? It's not a given, but it can't be ruled out. I believe that if the situation on the front were to worsen, some European countries could send a contingent, either for training or to help operate some complex systems, such as anti-aircraft defenses, or for the maintenance of vehicles.

France, Germany, the UK and Poland are in favor of Ukraine using Western weapons to strike targets inside Russian territory. The United States, on the other hand, seems more cautious. What consequences could an expansion of the perimeter of the conflict have?

The perimeter of the conflict has actually extended for some time. We know that Ukrainian special forces are hunting Russian forces in Africa and the Middle East. The Russian-German gas pipeline Nord Stream 2 was sabotaged in territorial waters between Denmark and Germany. Ukraine has launched its drones on the Kremlin, while Russia is organizing, through criminals hired on the internet, sabotage in many European countries, from Great Britain to the Czech Republic, from France to Germany. If we use Russian reactions again as a parameter, one might think that they are very worried about the possibility that Ukraine could attack across the border with Western munitions. And they are right. While Russian missiles are neither accurate nor reliable, the Himars, Storm Shadows and Tauruses have very high success rates. In the event that Ukraine proceeds in this direction, I believe that Russia would do absolutely nothing, exactly as happened in the past: when we provided anti-tank missiles, anti-air defenses, tanks, and most recently the F- 16.

What impact would a Russian victory have on the security of European countries, especially the countries of the former Warsaw Pact? Do you think there could be a domino effect?

Russia is not a particularly rich, advanced or militarily strong country. However, Russia has two advantages. A leadership that has no qualms about using force. And a Western Europe that, reasonably, prefers peace. Russia has, militarily, no chance of conquering significant parts of Europe, except for the Baltics and possibly part of Poland (with Belarusian support). But even an attack of this kind, limited in geographical extension, risks throwing Europe into panic: public opinion would be terrified of a nuclear war, and it cannot be ruled out that many countries would be willing to make any compromise in order to achieve a peace that more than peace would be a collapse of the European Union. How could we have a single market or freedom of movement when European citizens fell under Russian orbit? At that point, I imagine, the countries of central and eastern Europe, worried about new advances, would ask for a Western counteroffensive. If this were not to exist, Europe would collapse. If there were to be one, we would actually be very close to a nuclear crisis. This is why this scenario must be avoided.

How to explain to public opinion the importance of supporting Ukraine and increasing the defense budget without being accused of warmongering?

Let's start with the data. Every year the Italian State spends around 500 euros for each of its citizens to defend them from the military threats of today and tomorrow. Even if Italian military spending were to increase by 50%, an absolutely unrealistic prospect, the Italian state would still spend something like 750 euros a year for each of its citizens, which is roughly how much a home anti-theft system costs.

We are talking about truly modest, if not ridiculous, figures. So defense spending is not growing significantly: it has increased by a few decimal points over the last 10 years and will continue to do so for years to come. No Italian politician has ever won elections by increasing military spending and will never win them like this.

As regards the defense of Ukraine, I refer to what I said above. Italy is politically, geographically and economically integrated with the West and in particular with Europe and North America. The European Union emerged, guaranteeing half a century of economic growth, because NATO was created to defend it first. Without European markets we would be poor. Without NATO we would be blackmailed and therefore instead of thinking about exporting we should think about defending ourselves. Ukraine ended up becoming, in spite of itself, the stick of Shanghai on which these balances are supported. Helping Ukraine defend itself, beyond ethical and moral issues, is simply in our interest.