La risposta dell’Unione Europea alla crisi nel Mar Rosso: l’Operazione Aspides/The European Union's response to the crisis in the Red Sea: Operation Aspides 

24.07.2024

di Isabella CHIARA

Il 19 febbraio, l'Unione Europea ha lanciato la propria operazione navale nell'Oceano Indiano nord-occidentale. Si tratta di EUNAVFOR Aspides (termine derivante dal greco antico che significa "scudo"), operazione difensiva di sicurezza marittima, lanciata in risposta agli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso meridionale.

L'area in questione riveste estrema rilevanza strategica per i commerci globali: il 15% di essi passa proprio attraverso questo mare e lo Stretto di Bab El-Mandeb, arteria vitale per gli scambi commerciali fra Europa e Indo-Pacifico. Quando, a novembre 2023, gli Houthi hanno iniziato ad attaccare alcune navi cargo - da essi ritenute collegate ad interessi israeliani - le conseguenze non si sono fatte attendere: le compagnie che hanno continuato a transitare nel bacino hanno subito un drastico aumento delle tariffe assicurative, situazione che si è tradotta, a sua volta, in un aumento dei costi di trasporto; le compagnie che invece hanno optato per la tratta alternativa – che prevede la circumnavigazione dell'Africa – hanno dovuto fare i conti con 10-14 giorni di viaggio in più, e, dunque, con maggiori spese per il carburante, più alte tariffe assicurative e più elevati costi di trasporto, senza dimenticare l'incremento delle emissioni di CO2 rilasciate nell'atmosfera da navi costrette a più ore di moto.

L'aumento di tali spese si è ovviamente riverberato sull'Europa, principale importatore delle merci provenienti dalla regione dell'Indo-Pacifico. Le ripercussioni economiche sono state particolarmente evidenti negli Stati europei meridionali: dopo aver circumnavigato l'Africa, infatti, le navi container che devono raggiungere i porti dell'Europa settentrionale non hanno più interesse a fare scalo nei porti del Mediterraneo, penetrandovi da Gibilterra (a causa dell'interdizione di Bab el-Mandeb e Suez). Secondo alcuni analisti, ciò potrebbe portare, nel lungo termine, ad una "marginalizzazione" dei porti dell'Europa meridionale, e, soprattutto, del Mar Mediterraneo.

In un primo momento, la crisi nel Mar Rosso è stata affrontata con l'Operazione Prosperity Guardian, una coalizione navale multinazionale creata sotto l'egida degli Stati Uniti. L'operazione – il cui obiettivo è quello di rimettere in sicurezza le rotte marittime del Mar Rosso – ha ben presto adottato un approccio molto "muscolare", basato su attacchi aerei contro obiettivi Houthi, che, tuttavia, non ha ottenuto gli effetti sperati: nonostante la campagna guidata dagli USA abbia colpito con successo diversi obiettivi dei ribelli yemeniti, gli attacchi della milizia – che gode del sostegno dell'Iran – non sono, di fatto, cessati.

Allarmata dalle continue ripercussioni economiche, nonché dal rischio di un'escalation degli scontri, l'Unione Europea ha dunque lanciato Aspides, operazione che, diversamente da Prosperity Guardian, ha una natura esclusivamente difensiva. Il suo mandato – basato sulla risoluzione 2722 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che chiede la completa cessazione degli attacchi Houthi e sottolinea il diritto delle navi all'autodifesa contro minacce imminenti – ruota attorno a tre compiti di de-escalation. Due di questi sono classificati come "esecutivi": fornire una protezione ravvicinata alle navi mercantili che transitano nei choke points di Bab El-Mandeb e dello Stretto di Hormuz ed attuare azioni cinetiche difensive contro eventuali minacce alla libertà di navigazione. Un terzo compito, invece, classificato come "non esecutivo", riguarda la costruzione di una efficace Maritime Situational Awareness nel Mar Rosso e dintorni, fornendo alle navi militari e civili una comprensione accurata delle attività che si svolgono nel dominio marittimo e che potrebbero avere un impatto sulla sicurezza, sull'economia, o sull'ambiente circostante.

Ad oggi contribuiscono al Force Headquarter di Aspides Italia, Grecia, Francia, Belgio, Svezia e Germania; tra queste, Italia, Francia, Germania e Grecia hanno già fornito gli assetti aeronavali. Prossimamente, un ulteriore apporto proverrà dal Belgio e dai Paesi Bassi.

Dal punto di vista operativo, la Grecia fornisce il quartier generale (che si trova a Larissa) e il comando strategico (sotto la guida dell'ammiraglio Vasileios Gryparis); il comando tattico, invece, è fornito all'Italia, nella persona del Contrammiraglio Stefano Costantino.

Attualmente, la flotta incaricata dell'operazione si compone di quattro fregate multiruolo: il Lorraine, inviato dalla Francia (e sostituito, per rotazione, all'Alsace); l'Hessen, fornito dalla Germania (che, per rotazione, ad agosto lo sostituirà con l'Hamburg); l'Hydra, fornito dalla Grecia (che a breve lo sostituirà con il Psara), e, infine, il Fasan, inviato dall'Italia (e andato a sostituire, per rotazione, il Caio Duilio).

Nel primo mese di attività, la flotta ha ottenuto risultati significativi nell'intero spettro dei compiti di difesa navale previsto dal mandato di Aspides, scortando 35 navi e abbattendo oltre una dozzina di droni nemici. Particolarmente importanti sono state anche le attività di diplomazia navale, che hanno incluso incontri con partner di sicurezza affini (tra cui la task force antipirateria del Giappone e il governo di Gibuti) ed alcune visite a bordo di navi commerciali.

L'Operazione Aspides si aggiunge ad altri due importanti operazioni nella regione: EUNAVFOR Atalanta – una missione anti-pirateria lanciata nel 2008, avente come obiettivo il contrasto alle reti criminali somale in mare – e l'Operazione European Maritime Awareness nello Stretto di Hormuz (EMASOH), che dal 2020 tenta di proporre una risposta europea all'aumento delle azioni ostili da parte dell'Iran contro le navi mercantili attorno allo Stretto di Hormuz.

Aspides, dunque, costituisce un ulteriore sforzo europeo per stabilizzare una regione marittima chiave. Tuttavia, per poter fornire garanzie di sicurezza durature, l'Operazione dovrà affrontare alcune sfide, sia operative che politiche. Tra le prime, si colloca innanzitutto la difficoltà di discriminare, tra i numerosi bersagli presenti, quelli che costituiscono una reale minaccia: ciò è dovuto al fatto che nello spazio conteso operano diverse coalizioni navali con catene di comando separate, tra le quali il coordinamento potrebbe risultare problematico, come dimostrato dall'incidente che a marzo ha portato la fregata Hessen a colpire inavvertitamente un drone statunitense. Altra sfida operativa è la scarsità del numero di unità navali rispetto all'estensione dell'area operativa: si tratta di una vulnerabilità che può rendere difficile un'efficace sorveglianza del vasto spazio marittimo in cui opera la coalizione; sempre legato alla scarsità di assetti, inoltre, vi è il rischio che le capacità di difesa di questi ultimi possano essere facilmente saturate da massicci attacchi da parte degli Houthi.

Per quanto riguarda invece le sfide politiche, Aspides dovrà senz'altro armonizzare le diverse posizioni dei vari Paesi che concorrono alla missione. Un esempio, in tal senso, è rappresentato dalla posizione della Spagna, Paese che esita ad unirsi all'operazione, citando i suoi ampi impegni in altre missioni ma che, forse, non ha grandi interessi economici in area da tutelare.

Ad ogni modo, nel corso del prossimo anno, Aspides potrebbe essere estesa anche ad altri contributori interessati ad esercitare un ruolo di garanti della sicurezza marittima nei choke points strategici globali. Un partner chiave, in tal senso, potrebbe essere l'India, che intrattiene profonde relazioni con le monarchie del Golfo.

In conclusione, sebbene le sfide siano complesse, l'Operazione Aspides dimostra chiaramente che l'Unione Europea ha le capacità navali per gestire missioni difensive, anche impegnative, nonché la volontà politica di perseguire i propri interessi geostrategici. 

The European Union's response to the crisis in the Red Sea: Operation Aspides

On February 19, the European Union launched its own naval operation in the northwestern Indian Ocean. This is EUNAVFOR Aspides (a term deriving from ancient Greek meaning "shield"), a defensive maritime security operation, launched in response to the Houthi attacks in the southern Red Sea.

The area in question is of extreme strategic importance for global trade: 15% of it passes through this sea and the Strait of Bab El-Mandeb, a vital artery for trade between Europe and the Indo-Pacific. When, in November 2023, the Houthis began to attack some cargo ships - which they believed to be linked to Israeli interests - the consequences were not long in coming: the companies that continued to transit in the basin suffered a drastic increase in insurance rates, a situation which in turn resulted in an increase in transport costs; the companies that instead opted for the alternative route - which involves the circumnavigation of Africa - had to deal with 10-14 days of extra travel, and, therefore, with higher fuel costs, higher insurance rates and higher transport costs, without forgetting the increase in CO2 emissions released into the atmosphere by ships forced to operate for longer hours.

The increase in these expenses has obviously reverberated on Europe, the main importer of goods from the Indo-Pacific region. The economic repercussions were particularly evident in the southern European states: after having circumnavigated Africa, in fact, the container ships that must reach the ports of northern Europe no longer have an interest in calling at Mediterranean ports, entering them from Gibraltar (in due to the ban on Bab el-Mandeb and Suez). According to some analysts, this could lead, in the long term, to a "marginalization" of the ports of southern Europe, and, above all, of the Mediterranean Sea.

At first, the crisis in the Red Sea was addressed with Operation Prosperity Guardian, a multinational naval coalition created under the auspices of the United States. The operation - whose objective is to secure the maritime routes of the Red Sea - soon adopted a very "muscular" approach, based on air strikes against Houthi targets, which, however, did not achieve the desired effects: although the US-led campaign has successfully struck several Yemeni rebel targets, the attacks by the militia - which enjoys the support of Iran - have not, in fact, ceased.

Alarmed by the continuous economic repercussions, as well as by the risk of an escalation of the clashes, the European Union has therefore launched Aspides, an operation which, unlike Prosperity Guardian, has an exclusively defensive nature. Its mandate – based on UN Security Council Resolution 2722, which calls for a complete cessation of Houthi attacks and emphasizes the right of ships to self-defense against imminent threats – revolves around three de-escalation tasks. Two of these are classified as "executive": providing close protection to merchant ships transiting the choke points of Bab El-Mandeb and the Strait of Hormuz and implementing defensive kinetic actions against any threats to freedom of navigation. A third task, however, classified as "non-executive", concerns the construction of an effective Maritime Situational Awareness in the Red Sea and surrounding areas, providing military and civil ships with an accurate understanding of the activities taking place in the maritime domain and which could have an impact on security, the economy, or the surrounding environment.

To date, Italy, Greece, France, Belgium, Sweden and Germany contribute to the Force Headquarters of Aspides; among these, Italy, France, Germany and Greece have already provided the air and naval assets. Soon, a further contribution will come from Belgium and the Netherlands.

Operationally, Greece provides the headquarters (located in Larissa) and strategic command (under the leadership of Admiral Vasileios Gryparis); the tactical command, however, is provided to Italy, in the person of Rear Admiral Stefano Costantino.

Currently, the fleet in charge of the operation is made up of four multi-role frigates: the Lorraine, sent from France (and replaced, on rotation, by the Alsace); Hessen, supplied by Germany (which, by rotation, will replace it with Hamburg in August); the Hydra, supplied by Greece (which will soon replace it with the Psara), and, finally, the Fasan, sent from Italy (and replaced, by rotation, the Caio Duilio).

In the first month of operation, the fleet achieved significant results across the full spectrum of naval defense tasks envisaged by the Aspides mandate, escorting 35 ships and shooting down over a dozen enemy drones. Naval diplomacy activities were also particularly important, including meetings with like-minded security partners (including Japan's anti-piracy task force and the government of Djibouti) and some visits on board commercial vessels.

Operation Aspides joins two other important operations in the region: EUNAVFOR Atalanta – an anti-piracy mission launched in 2008, aimed at countering Somali criminal networks at sea – and Operation European Maritime Awareness in the Strait of Hormuz ( EMASOH), which since 2020 has been trying to propose a European response to the increase in hostile actions by Iran against merchant ships around the Strait of Hormuz.

Aspides, therefore, constitutes a further European effort to stabilize a key maritime region. However, in order to provide lasting security guarantees, the Operation will have to face some challenges, both operational and political. Among the first, first and foremost is the difficulty of discriminating, among the numerous targets present, those that constitute a real threat: this is due to the fact that different naval coalitions with separate chains of command operate in the disputed space, among which coordination could be problematic, as demonstrated by the incident in March that led to the Hessen frigate inadvertently hitting a US drone. Another operational challenge is the scarcity of the number of naval units compared to the extension of the operational area: this is a vulnerability that can make effective surveillance of the vast maritime space in which the coalition operates difficult; furthermore, always linked to the scarcity of assets, there is the risk that the defense capabilities of the latter could be easily saturated by massive attacks by the Houthis.

As regards the political challenges, Aspides will certainly have to harmonize the different positions of the various countries participating in the mission. An example in this sense is represented by the position of Spain, a country that hesitates to join the operation, citing its extensive commitments in other missions but which, perhaps, does not have major economic interests in the area to be protected.

In any case, over the next year, Aspides could also be extended to other contributors interested in exercising a role as guarantors of maritime security in global strategic choke points. A key partner, in this sense, could be India, which has deep relations with the Gulf monarchies.

In conclusion, although the challenges are complex, Operation Aspides clearly demonstrates that the European Union has the naval capabilities to manage defensive missions, even demanding ones, as well as the political will to pursue its geostrategic interests.