L'influenza della Russia in Niger

10.05.2024

Giovedì scorso alcune truppe russe sono entrate in una base aerea americana in Niger, il paese del Sahel che nel luglio 2023 è stato teatro di un colpo di stato che ha rimosso il presidente Mohammed Bazoum, considerato filo-occidentale, per sostituirlo con una giunta militare guidata dal generale Tchiani.

La situazione pare sotto controllo e il Segretario alla Difesa americano Austin ha minimizzato i rischi per le forze armate statunitensi ancora presenti in loco.

L'occupazione di questa base, tuttavia, è fortemente simbolica: la presenza occidentale (americana e francese soprattutto) si riduce, mentre la presenza russa aumenta in maniera significativa.

Ora i russi possono contare su un corridoio di influenza che va dalla Cirenaica del generale Haftar fino all'Africa Occidentale passando per il Sahel, seguendo una delle principali direttrici delle migrazioni verso l'Europa.

La Russia ha cavalcato il forte sentimento anti-francese in Niger e, nonostante non ci siano prove certe sul coinvolgimento diretto di Mosca nel golpe, ha sicuramente approfittato della situazione per mettere radici in un paese che è strategico dal punto di vista geografico ed è uno dei principali esportatori di uranio, fondamentale per le centrali nucleari francesi.

La Francia ha ritirato il proprio contingente militare e il personale diplomatico a fine 2023, dopo aver subito l'assalto all'ambasciata nella capitale Niamey nei primi giorni del golpe.

Dove la Francia arretra, la Russia avanza. Come recitavano i cartelli esposti da alcuni sostenitori del golpe "Abas la France, vive Poutine".


EE