Patrimonio culturale o Bene comune?/Cultural heritage or common good?
di Cristina Pappalardo
Oggi mercoledì 29 maggio dalle ore 9.00 alle ore 13.00 presso l'auditorium Cesare de Michelis al museo d'arte contemporanea M9 di Mestre si è svolto il corso di formazione per l'ordine dei giornalisti professionisti organizzato dalla rivista di affari internazionali Atlantis alla presenza del direttore della rivista Carlo Mazzanti e del suo codirettore responsabile Andrea Mazzanti. A questo appuntamento di formazione e diffusione culturale dal titolo " L'arte rubata-tutela di un bene comune tra salvaguardia e prevenzione" hanno partecipato Francesca Vianello della Europe Direct del Comune di Venezia, Fabrizio Magani, direttore della Soprintendenza alle Belle Arti e paesaggio per il comune di Venezia e laguna, il comandante del Nucleo dei Carabinieri per la Tutela del patrimonio Culturale di Venezia Tenente Colonnello Emanuele Meleleo, Antonio Franzina giornalista e dirigente della Regione del Veneto, l'ambasciatore Giorgio Radicati, autore del libro "Agente segreto 1157. La vita romanzesca di Rodolfo Siviero, un formidabile cacciatore di opere d'arte trafugate" e Roberto Nardi giornalista e autore del libro "Perché io? Il mistero del furto della Madonna con bambino di Bellini a Venezia". Un parterre di prestigiosi ospiti, giornalisti e scrittori tutti accomunati dalla consapevolezza che la storia della sensibilità sulla tutela e sulla valorizzazione del patrimonio artistico nella nostra regione, così come in tutta Italia, è cambiata e necessita di adeguamento normativo, di costante formazione e disseminazione. Attraverso la comunicazione di punti di vista e orientamenti socio-politici diversi si può procedere ad un adeguamento o ammodernamento del codice dei beni culturali e di leggi nazionali e sovranazionali che tutt'oggi spesso differiscono e rendono lungo e talvolta farraginoso il dialogo fra stati membri o l'iter per la restituzione di opere artistiche trafugate. La storia della tutela del patrimonio artistico nasce in tempi remoti, nel cinquecento, con una lettera di Raffaello indirizzata al papa Leone X in cui lo stesso artista indicava le modalità per la difesa del patrimonio ecclesiastico. Ecco come tutela, difesa e conservazione dei beni erano considerati allora come dei sinonimi. E' solo dal 2007 con una iniziativa governativa in capo a Stefano Rodotà che si cominciò a parlare a livello giuridico di patrimonio come di bene comune. L'idea di tutela come di valorizzazione e protezione dei beni è presente sia nella nostra Costituzione all'art. 9 sia del Dlgs. 42 del 2004 in cui entrambe le azioni concorrono a preservare la memoria nazionale. Quindi tutelare dei beni significa solo conservarli o restaurarli? Che cosa può e deve essere considerato bene comune? In una realtà come quella di Venezia, che rappresenta un vero e proprio museo a cielo aperto, città che tutto il mondo ci invidia per la sua straordinaria unicità, che cosa deve essere oggetto di attività indiretta? Cosa dobbiamo salvaguardare? Quali sono i criteri che possono e devono essere condivisi-bili in Europa per cui un bene comune deve essere considerato patrimonio culturale di tutta l'umanità? Ragioniamoci sopra…
Cultural heritage or common good?
Today, Wednesday 29 May from 9.00 to 13.00 in the Cesare de Michelis auditorium at the M9 contemporary art museum in Mestre, the training course for the order of professional journalists organized by the international affairs magazine Atlantis took place in the presence of the director of the magazine Carlo Mazzanti and its co-director in charge Andrea Mazzanti. Francesca Vianello of Europe Direct of the Municipality of Venice, Fabrizio Magani, director of the Superintendency of Fine Arts and Landscape for the municipality of Venice and the lagoon, the commander of the Carabinieri Unit for the Protection of the Cultural Heritage of Venice Lieutenant Colonel Emanuele Meleleo, Antonio Franzina journalist and director of the Veneto Region, ambassador Giorgio Radicati, author of the book "Secret Agent 1157. The fictional life of Rodolfo Siviero, a formidable hunter of stolen works of art" and Roberto Nardi journalist and author of the book "Why me? The mystery of the theft of Bellini's Madonna and Child in Venice". A parterre of prestigious guests, journalists and writers all united by the awareness that the history of sensitivity towards the protection and valorization of the artistic heritage in our region, as well as throughout Italy, has changed and requires regulatory adaptation, constant training and dissemination. Through the communication of different socio-political points of view and orientations, it is possible to proceed with an adaptation or modernization of the code of cultural heritage and of national and supranational laws which still today often differ and make the dialogue between member states or states long and sometimes cumbersome. the process for the return of stolen artistic works. The history of the protection of artistic heritage was born in remote times, in the sixteenth century, with a letter from Raphael addressed to Pope Leo This is how protection, defense and conservation of assets were then considered synonymous. It was only in 2007 with a government initiative led by Stefano Rodotà that we began to speak at a legal level of heritage as a common good. The idea of protection as well as enhancement and protection of assets is present both in our Constitution in art. 9 and of the Legislative Decree. 42 of 2004 in which both actions contribute to preserving national memory. So protecting assets only means preserving or restoring them? What can and should be considered a common good? In a reality like that of Venice, which represents a true open-air museum, a city that the whole world envies us for its extraordinary uniqueness, what should be the object of indirect activity? What do we need to safeguard? What are the criteria that can and must be shared in Europe for which a common good must be considered the cultural heritage of all humanity? Let's think about it…