Scontro fra Italia e Israele su Unifil/Clash between Italy and Israel over Unifil
Giovedì scorso le Nazioni Unite hanno riferito che l'IDF ha aperto il fuoco contro diverse basi, postazioni e telecamere di sicurezza della missione Unifil nel sud del Libano, ferendo due caschi blu indonesiani.
Due di queste basi sono gestite dalle forze armate italiane, mentre la terza è il quartier generale della missione. L'esercito israeliano si è difeso sostenendo di aver sparato solo dopo aver avvertito le forze dell'ONU nell'area di rimanere in "spazi protetti". Da tempo Israele chiede alle truppe di Unifil di spostarsi di cinque chilometri più a nord per facilitare le operazioni militari contro Hezbollah ed evitare di trovarsi tra due fuochi. Secondo Israele i combattenti di Hezbollah, sostenuti dall'Iran, operano all'interno e vicino ad aree civili nel sud del Libano, incluse zone contigue alle basi di Unifil.
Unifil ha l'obiettivo di stabilizzare il confine tra Israele e Libano, ma secondo molti analisti non sarebbe il grado di assolvere questo compito. A partire proprio dal contrasto ad Hezbollah, che ha fatto del sud del Libano la propria roccaforte e base dalla quale colpire le città del nord di Israele, costringendo oltre sessantamila israeliani ad abbandonare le proprie case per trovare rifugio in località più sicure.
Il Governo italiano, per bocca del Ministro della Difesa Guido Crosetto e del Ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha immediatamente condannato l'azione israeliana e ha convocato il nuovo ambasciatore israeliano Jonathan Peled per avere chiarimenti.
Per Crosetto il fatto che Israele abbia avvisato il contingente ONU e abbia chiesto più volte l'evacuazione delle truppe non costituisce una giustificazione valida e "'Italia e le Nazioni Unite – ha affermato il Ministro - non prendono ordini da Israele". Le truppe italiane, pertanto, resteranno in Libano.
Israele nel frattempo ha annunciato un'indagine interna su quanto accaduto e la presidente delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, ha espresso solidarietà ai soldati italiani e alla missione Unifil.
Clash between Italy and Israel over Unifil
Last Thursday, the United Nations reported that the IDF opened fire on several bases, posts and security cameras of the Unifil mission in southern Lebanon, wounding two Indonesian peacekeepers.
Two of these bases are managed by the Italian armed forces, while the third is the mission headquarters. The Israeli army defended itself by saying it fired only after warning UN forces in the area to remain in "protected spaces". Israel has long asked UNIFIL troops to move five kilometers further north to facilitate military operations against Hezbollah and avoid finding themselves between two fires. According to Israel, Hezbollah fighters, supported by Iran, operate in and near civilian areas in southern Lebanon, including areas adjacent to Unifil bases.
Unifil has the objective of stabilizing the border between Israel and Lebanon, but according to many analysts it is not capable of carrying out this task. Starting precisely from the fight against Hezbollah, which has made southern Lebanon its stronghold and base from which to attack the cities of northern Israel, forcing over sixty thousand Israelis to abandon their homes to find refuge in safer locations.
The Italian Government, through the Defense Minister Guido Crosetto and the Foreign Minister Antonio Tajani, immediately condemned the Israeli action and summoned the new Israeli ambassador Jonathan Peled for clarification.
For Crosetto, the fact that Israel notified the UN contingent and asked several times for the evacuation of the troops does not constitute a valid justification and "Italy and the United Nations - stated the Minister - do not take orders from Israel". The Italian troops, therefore, will remain in Lebanon.
Israel in the meantime has announced an internal investigation into what happened and the president of the Italian Jewish communities, Noemi Di Segni, expressed solidarity with the Italian soldiers and the Unifil mission.
EE