Sulla soglia del 2025, la Somalia affronta un momento cruciale per la sicurezza nazionale e per l'intera storia del Paese. Il 31 dicembre 2024 ha infatti segnato la conclusione della Missione di Transizione dell'Unione Africana in Somalia (ATMIS), cedendo il passo alla nuova Missione di Supporto e Stabilizzazione dell'Unione Africana in Somalia...
In evidenza/Highlights
Tilman J. Fertitta, imprenditore di successo, filantropo e consigliere anziano dell'Università di Huston, sarà il nuovo Ambasciatore USA in Italia. Lo ha annunciato il 21 dicembre lo stesso Presidente eletto Donald Trump, congratulandosi con lui e la sua famiglia sul social Truth.
A sette anni dall'inizio della sua costruzione presso i cantieri navali Fincantieri di Castellammare di Stabia, il 7 dicembre scorso è avvenuta la consegna di Nave Trieste. Questo evento segna una data di grande rilevanza nella storia della Marina Militare italiana, in quanto la nuova unità rappresenta il vascello militare più grande mai costruito...
L'Ucraina nella NATO?/Ukraine in NATO
L'adesione dell'Ucraina alla NATO è uno degli argomenti centrali della politica internazionale dell'ultimo decennio.
Atlantis 04/2024 EDITORIALE
L'EUROPA AL BIVIO
Il 2024 ci impone una riflessione urgente sulle condizioni che attraversano lo scenario politico internazionale. Dalle guerre in corso alle elezioni cruciali in Europa e negli Stati Uniti, fino alla complessa costruzione della "casa europea" e al confronto sempre più serrato tra il blocco occidentale e quei paesi che rifiutano i principi della democrazia liberale, il mondo si trova a un bivio.
Ma forse il fenomeno più preoccupante è la crisi dell'informazione tradizionale, messa in discussione e, in parte, superata dalla velocità e dall'immediatezza delle nuove tecnologie della comunicazione. In un contesto in cui il flusso di notizie viaggia in modo sempre più rapido e frammentato, rischiamo di perdere la capacità di costruire un'opinione pubblica realmente informata e critica. L'impeto della velocità soffoca la riflessione, mentre l'opinione pubblica – disorientata da fake news, informazioni parziali e manipolate – fatica a comprendere le reali dinamiche che guidano il mondo.
L'anno nuovo porta con sé sfide che ci ricordano pericolosamente il passato. È come se uno spettro aleggi, minacciando di riportarci, a distanza di un secolo, sulle vie già percorse di divisioni, conflitti e tragedie. Senza un ancoraggio saldo alla consapevolezza storica, senza la capacità di trarre lezioni dai nostri errori, rischiamo di ripetere errori già vissuti, sacrificando di nuovo la stabilità e la pace sull'altare dell'immobilismo.
Davanti a noi si apre la possibilità – ma anche la responsabilità – di costruire una società più consapevole, in grado di affrontare con lucidità le sfide internazionali. L'impegno collettivo deve essere rivolto a rafforzare la cultura del dialogo, dell'informazione accurata e del rispetto per i principi di pace e giustizia. Solo attraverso un'informazione libera, trasparente e basata sulla verità possiamo sperare di guidare le opinioni pubbliche verso una reale comprensione del loro ruolo e della loro responsabilità.
La vittoria di Donald Trump, in un clima di forti polarizzazioni e tensioni interne, impone all'Unione Europea una riflessione profonda e una scelta strategica urgente. La rielezione di un presidente con posizioni spesso in contrasto con i principi fondanti del progetto europeo e con una visione nazionalista e anti-multilateralista pone l'Europa di fronte a una sfida: trovare la forza di compattarsi e di rafforzarsi, oppure rischiare una lenta frammentazione, sempre più isolata e irrilevante sulla scena internazionale.
L'Europa si trova, quindi, con le spalle al muro, e non può più permettersi di rimanere in stallo. Gli scenari globali si fanno più competitivi, e l'Unione deve reagire con uno slancio deciso che richiami l'eredità di Alcide De Gasperi, uno dei padri fondatori dell'Europa unita. De Gasperi sognava un'Europa coesa, fondata su valori di solidarietà, rispetto dei diritti e della democrazia, una "casa comune" capace di garantire sicurezza, stabilità e prosperità a tutti i suoi membri.
Oggi, riprendere quell'ideale significa abbracciare con convinzione non solo una visione più solida e unitaria, ma anche una struttura istituzionale più efficace e risoluta. Un'Europa "degasperiana" sarebbe in grado di parlare con una voce unica, di agire con tempestività e di riaffermare i suoi valori. Una simile Europa non si limiterebbe a reagire agli eventi, ma tornerebbe ad essere protagonista della storia, capace di affrontare con lucidità le sfide poste dalle potenze globali.
Per questo, l'Europa ha bisogno di uno "scatto di reni": di un rinnovato impulso che rafforzi le sue istituzioni, che superi i nazionalismi interni, che investa con coraggio nella difesa comune e che metta i cittadini e i valori al centro del suo operato. L'Europa del futuro non può più permettersi ambiguità o divisioni, ma deve agire con fermezza per salvaguardare i suoi principi democratici e umanitari.
Di fronte alla nuova era che si apre con la vittoria di Trump, l'Unione Europea deve riscoprire la sua vocazione originaria, e deve farlo ora. Solo così potrà riaffermare il suo ruolo di potenza pacifica e di faro di speranza per i suoi cittadini e per il mondo intero.
Atlantis 03/2024 EDITORIAL
EUROPA MUST DECIDE WHAT IT WANTS TO BE
2024 requires us to urgently reflect on the conditions that are affecting the international political scenario. From the ongoing wars to the crucial elections in Europe and the United States, to the complex construction of the "European house" and the increasingly intense confrontation between the Western bloc and those countries that reject the principles of liberal democracy, the world is at a crossroads.
But perhaps the most worrying phenomenon is the crisis of traditional information, questioned and, in part, overcome by the speed and immediacy of new communication technologies. In a context in which the flow of news travels increasingly quickly and fragmented, we risk losing the ability to build a truly informed and critical public opinion. The impetus of speed suffocates reflection, while public opinion – disoriented by fake news, partial and manipulated information – struggles to understand the real dynamics that drive the world.
The new year brings with it challenges that dangerously remind us of the past. It is as if a specter is hovering, threatening to bring us back, a century later, to the paths of division, conflict and tragedy already traveled. Without a firm anchor in historical awareness, without the ability to draw lessons from our mistakes, we risk repeating mistakes already experienced, sacrificing stability and peace again on the altar of immobility.
Before us lies the possibility - but also the responsibility - of building a more aware society, capable of facing international challenges with clarity. Collective commitment must be aimed at strengthening the culture of dialogue, accurate information and respect for the principles of peace and justice. Only through free, transparent and truth-based information can we hope to guide public opinion towards a real understanding of their role and responsibility.
Donald Trump's victory, in a climate of strong polarizations and internal tensions, requires the European Union to reflect deeply and make an urgent strategic choice. The re-election of a president whose positions often conflict with the founding principles of the European project and whose nationalist and anti-multilateralist vision presents Europe with a challenge: to find the strength to unite and strengthen itself, or risk a slow fragmentation, increasingly isolated and irrelevant on the international scene.
Europe therefore finds itself with its back to the wall, and can no longer afford to remain at a standstill. Global scenarios are becoming more competitive, and the Union must react with a decisive impetus that recalls the legacy of Alcide De Gasperi, one of the founding fathers of a united Europe. De Gasperi dreamed of a cohesive Europe, founded on values of solidarity, respect for rights and democracy, a "common home" capable of guaranteeing security, stability and prosperity to all its members.
Today, resuming that ideal means embracing with conviction not only a more solid and unitary vision, but also a more effective and resolute institutional structure. A "De Gasperi" Europe would be able to speak with a single voice, to act promptly and to reaffirm its values. Such a Europe would not limit itself to reacting to events, but would return to being a protagonist of history, capable of facing with lucidity the challenges posed by global powers.
For this reason, Europe needs a "revival": a renewed impetus to strengthen its institutions, to overcome internal nationalisms, to invest courageously in common defense and to put citizens and values at the center of its actions. The Europe of the future can no longer afford ambiguity or divisions, but must act firmly to safeguard its democratic and humanitarian principles.
Faced with the new era that opens with Trump's victory, the European Union must rediscover its original vocation, and it must do so now. Only in this way will it be able to reaffirm its role as a peaceful power and a beacon of hope for its citizens and for the entire world.